Redazione
Lo sforzo conoscitivo può essere attuato attraverso numerosi strumenti. L’espressione artistica ne rappresenta probabilmente la forma più coinvolgente ed appassionante. Il Maestro Paolo Gubinelli offre ai lettori de “Il Talamo” una riflessione sulla Luce utilizzando la sua arte. Nasce così l’accostamento fra parole e segni, fra versi e colori.
A chi osserva non rimane che godere della bellezza e lasciarsi trasportare dalla poesia.
Commento all’opera
di Sandro Farinelli
Si tratta di un regalo del tutto inatteso e per questo ancora più sorprendente, quello che ha voluto farci il Maestro Paolo Gubinelli.
L’uomo cerca “la Luce” della Verità, ed è convinto che in ultima analisi la Luce e la Verità coincidano nell’Essere. D’altra parte sappiamo che, durante l’incarnazione, possiamo certamente viaggiare verso la Verità, ed è bene non nutrire alcuna pretesa di “arrivare”, perché arrivare significa velocemente possedere. Possedere diventa velocemente Giudicare.
Il Viaggio è invece l’esperienza più bella, mutevole, ricca, di per sé illuminante: ed è proprio questo il senso dello splendido pezzo, intitolato Luce, che ci ha dedicato Gubinelli.
Graffi, casuali ad una vista superficiale, suggeriscono forme primordiali, legate al Mare e allo storico rapporto “di viaggio”, che il grande fratello blu ha instaurato da sempre con l’essere umano ed il suo ingegno.
Così, considerati dentro ad un unico sguardo, quei graffi suggeriscono una grande vela sull’albero maestro gonfiata dal vento in poppa, quella grande onda azzurra centrale, puro respiro dell’Anima che si apre una rotta attraverso le luminose porte della Conoscenza.
E’ la “Navicella del mio ingegno” di dantesca memoria, che sta prendendo il volo verso nuovi spazi d’Infinito, infinitamente moltiplicati al di là di ciascun graffio: piccola finestra per le stelle, punto da cui godere una particolare prospettiva sull’Infinito, piccolo porto interstellare da cui iniziare il Viaggio… semplicemente spiegando le ali e provando a volare!
Grazie Maestro Gubinelli
NOTE SULL'AUTORE Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni. In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale. Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale. Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati. Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, plexiglass, vetro con segni incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.