Redazione
Il Maestro Paolo Gubinelli, importante artista del Novecento italiano, è un amico del Talamo. Ci ha regalato una sua riflessione poetica sulla luce ed alcune sue opere. Con sensibilità Silvana Lazzarino affronta la poetica del Maestro riflettendo sul suo approccio meditativo all’Uomo e alla Natura. Mette in luce come l’artista, non meno dello scienziato, utilizzando intuito e razionalità, pensiero e creatività, coglie le profondità della realtà nella quale siamo immersi. Con una mirabile sintesi in merito a questo aspetto Giulio Carlo Argan scrisse nel 1991 di Gubinelli: “Mi par dunque la sua razionalità non sia deduttiva, logica, ma induttiva”.
Le sinergie dell’universo tra visibile e invisibile si affacciano nelle opere del Maestro Paolo Gubinelli dove ritrovare quel legame tra arte e scienza.
È nell’origine dell’universo che si potrebbe leggere l’armonia dei contrari. La società di questi ultimi anni sempre più si organizza secondo logiche e meccanismi legati al controllo e al calcolo, senza porre quella giusta attenzione a quanto appartiene al lato più istintivo e della sensazione, rischia di allontanarsi dalla possibilità di manifestare quella parte più autentica che guarda al rispetto, alla libertà di ogni individuo. Così se la logica porta a considerare ciò che è giusto e sbagliato, ciò che è da considerarsi bello e piacevole o meno, sempre secondo principi e regole stabilite, la parte legata alle sensazioni mette in moto un pensiero dove non vi è calcolo e ogni agire e scelta non sono mossi da condizionamenti, ma dal proprio moto/sensazione interiore. Questi due modi legati al pensiero e all’intuizione, fanno parte dell’individuo nella sua interezza di corpo, mente e spirito, come energia maschile e femminile che vanno equilibrate. Il mantenere quell’equilibrio originario nell’interazione dei contrari, è alla base della ciclicità della vita in ogni sua espressione e manifestazione nel suo rigenerarsi e ripetersi entro la continuità di un tempo che diventa assoluto. Nella sua unicità di persona dotata di una parte più ancorata alla materia e una protesa alle vie sottili della sensazione, l’individuo è chiamato a individuare in ogni esperienza del proprio percorso un’occasione per evolversi.
Entro questo viaggio quanto intorno all’uomo, diventa esplorazione di sé, riscoperta di aspetti dimenticati talora dolorosi, ma anche di nuove e inattese risorse da rimettere in campo. In questo cammino dove l’ambiente, le relazioni sociali hanno un loro peso, l’uomo è chiamato a ritrovare l’originario equilibrio in cui far rifiorire l’armonia dei contrari, come fa da sempre la natura e ogni infinitesima parte dell’universo. Non è il susseguirsi di giorno e notte a scandire la giornata?
Se la scienza si dedica allo studio delle leggi che governano l’universo e quindi l’intero ecosistema compresa la natura e chi la abita, l’arte nelle sue diverse applicazioni non può non ricorrere alla scienza. Tra arte e scienza non vi è una netta separazione, anzi spesse volte l’arte utilizza criteri di lavoro propri della matematica e della fisica per elaborare un processo di studio ad esempio sulla luce, sui chiaroscuri sulla prospettiva e la trasformazione dello spazio. Basti pensare alla Optical art e all’Arte cinetica che ha visto diversi artisti sfidare lo spazio tridimensionale arrivando a reinvenzioni e trasposizioni della visione entro uno spazio che giunge a scomporre la forma attraverso la luce e l’illusione percettiva creata dalla stessa luce. Andando indietro fino al Rinascimento si può constatare come Leonardo non ponga alcuna separazione tra la sua produzione tecnico scientifica e quella artistica e in particolare egli nel Trattato di pittura parla della pittura come una vera scienza: come per la geometria la scienza della pittura si basa su principi primi. Inoltre nelle sue opere pittoriche si concentrano i diversi saperi che vanno dalla geologia alla meteorologia, dalla botanica all’idrodinamica, compresa l’antropometria e la psicologia.
Il lato logico e quello istintivo legato alla sensazione possono coesistere nella realizzazione di un’opera. L’aspetto del rigore, della logica della tecnica con cui viene impresso il segno su carta, cartoncino, l’attenzione allo spazio del foglio, e poi le piegature del cartoncino a definire nuove prospettive visive, sono al centro dell’arte del Maestro Paolo Gubinelli, così come il senso di libertà restituito dallo stesso segno nell’approdare a nuovi ritmi in divenire dove il colore eleva ad una nuova ricerca delle emozioni in cui riconoscersi.
E’ in questa sinergia tra il lato logico e prevedibile tipico della scienza e quello immaginario e imprevedibile proprio dell’arte, che prende forma l’universo tra materia e spirito, visibile e invisibile di Paolo Gubinelli dove il susseguirsi di linee intense e accennate, decise e fluttuanti attraversate anche dalla presenza del colore, conducono ad un nuovo ascolto di quanto intorno a partire dal legame tra l’uomo e la natura di cui rintracciare quell’autenticità originaria da troppo tempo lasciata nell’ombra.
Il senso della ricerca e della creatività, della valutazione e dell’immaginazione appartiene sia allo scienziato, sia all’artista ed in entrambi agisce il medesimo spirito di osservazione per la realtà, compresa la capacità di mettere in relazione il pensiero astratto con la rappresentazione della realtà, il sentire interiore con le manifestazioni esterne.
Osservando con gli occhi e la mente l’opera di Paolo Gubinelli, artista internazionale particolarmente attento allo studio delle linee e delle forme entro uno spazio definito e visto quale luogo a volte da circoscrivere, ma soprattutto da attraversare per restituire il respiro di una visione della realtà e delle emozioni rinnovata, si può dedurre come logica e creatività vadano di pari passo, entro parametri con cui vengono definiti ritmi cadenzati di segni e figure dove si intreccia il respiro poetico del mistero e del sogno.
Nelle sue opere in cui viene esplorato il rapporto materia e forma, il segno tracciato, inciso su carta, cartoncino, plexiglass, vetro, porcellana, appare rigoroso e libero, preciso e sfuggente dagli schemi, come a portare avanti nel suo divenire un processo di identificazione in quell’armonia dei contrari su cui si fonda l’universo.
Il segno di Gubinelli nel suo farsi corposo e deciso segue il ritmo ordinario e prevedibile della vita, mentre nel suo farsi sottile e appena accennato mostra l’imprevedibilità degli eventi che possono cambiare anche il destino. Anche le geometrie definite o rese percettibili dagli stessi segni di triangoli, spirali, compreso il cerchio, rimandano al linguaggio matematico con cui l’universo si lascia interpretare attraverso caratteri che altro non sono che le geometrie nascoste negli spazi naturali tra vedute, scorci e paesaggi e negli orizzonti del cielo tra pianeti e costellazioni. L’aspetto logico-analitico insito nella progettualità delle sue opere ove la luce definisce il susseguirsi di solchi e piegature entra in connessione con quella dimensione onirica e libera espressa attraverso il colore che esplora sequenze di spirali, linee avvolgenti, compresi “graffi” definendo campiture a recuperare la percezione di un tempo senza tempo, sospeso come quello del mito in cui la memoria si risveglia.
Anche la perfezione del cerchio e l’interazione di linee che al suo interno si dipanano accompagnate da sfumature di colore, invitano a pensare a questa sinergia tra il previsto e l’imprevisto, la logica e il mistero, considerando che il cerchio simboleggia la ciclicità di un tempo senza tempo dove inizio e fine coincidono e dove il visibile entra nell’invisibile. Sono infatti il visibile e l’invisibile aspetti che ci accompagnano nella lettura dell’opera del Maestro marchigiano invitando a immaginare e a sognare proprio a partire da aspetti concreti della realtà dove ritrovare la bellezza in ogni sua espressione.
Come la scienza nel suo studiare l’universo e la materia, si basa su principi e norme rigorose, così l’arte fa riferimento a formule e regole matematiche e della fisica, basti pensare al ruolo assunto dalla luce e al suo studio per eseguire al meglio opere d’arte. Con questa precisione e attenzione lavora Paolo Gubinelli lasciando che la sensazione interiore, lungi da una valutazione a priori, diriga il segno verso l’imprevedibile a costruire l’eleganza e l’equilibrio di un tessuto narrativo che restituisce la poesia dell’universo cui l’uomo è chiamato a partecipare.
La carta, come anche il cartoncino bianco morbido al tatto, particolarmente ricettivo alla luce diventa spazio privilegiato, o meglio “sacro” in un raccontare aspetti dell’esistenza che spesso sfuggono in una società frenetica e sempre in corsa contro il tempo come quella attuale. Le trasformazioni lasciate dal segno appena accennato o più marcato, segno ora intenso ora sottile, nel raccontare l’impalpabilità del tempo che sovrasta questa vita, restituiscono respiro all’immaginazione invitando alla ricerca del senso di questo viaggio che è la vita. L’introduzione del colore appena accennato, sfumato che sfiora o definisce le geometrie, nel portare quel respiro onirico e quasi alchemico, suggerisce un’interpretazione lirico musicale a sollecitare l’immaginazione e quel sentire più vero spesso dimenticato.
Nel ripetersi e alterarsi di espressioni segniche e geometriche dove si annidano sfumati di colore per lasciare spiragli di luce al non detto e non rivelato, si armonizzano l’aspetto legato alla ragione e l’espressione della sensazione per sentire con altro sguardo l’energia che abita ogni forma di vita. Energia insita nell’acqua, nella terra e nell’aria che si ritrova in questo movimento prodotto dal segno continuo e dal solco ad incidere la carta come anche la porcellana, senza dimenticare le piegature su cartoncino e le rifrazioni di luce a definirle. Così in quei solchi e linee continue e morbide si possono immaginare il movimento delle onde del mare e dell’acqua di fiume che avanza e scorre, in quel segno inciso con maggior decisione si ritrova il contatto con la terra, mentre le trasparenze che riflettono la luce evidenti anche nelle piegature del cartoncino rimandano alla leggerezza dell’aria.
Così i diversi aspetti della natura nel suo essere prevedibile legata a principi e leggi matematiche, ma anche imprevedibile con il suo lato oscuro e misterioso, si intrecciano con l’opera di Gubinelli che invita a recuperare attraverso stralci di colori e frammenti di segni, guizzi di memorie e nostalgie che si affacciano al presente a ritrovare l’altra parte di sé, quella più autentica capace di stupirsi e meravigliarsi, quella che si fida e affida. In questo ritrovarsi a contatto con la propria essenza in cui si diventa un po’ fanciulli, l’infinita linea dell’orizzonte diventa segmento ideale dove mare e cielo si uniscono per accompagnare l’attesa di un dopo sognato e idealizzato che accarezza le nostalgie del cuore. L’arte di Gubinelli porta con sé simbologie e richiami a spazi definiti e poi infiniti, geometrie simboliche e segni che come tessere di un mosaico si incastrano ricordando le combinazioni e i calcoli della scienza. Come nella natura e in ogni parte dell’universo anche nell’opera di Gubinelli semplicità e complessità si incontrano a ritrovare quell’armonia con cui rapportarsi alla vita e agli altri, accogliendo ogni novità o differenza come arricchimento.
Il Maestro Paolo Gubinelli per entrare ancora più in profondità nella sua dimensione artistica ci ha gentilmente proposto alcune sue riflessioni.
lo spazio è un cerchio che vibra sotto i nostri occhi osserviamo la forma che ci permette di trovare vari punti per progettare un'architettura di sogni Paolo Gubinelli
spazio-colore-luce qui l'armonia dei colori incide segni in uno spazio di luce nuove architetture del pensiero dove i pieni e i vuoti aprono nuove scenografie nasce ogni giorno messaggi colorati da nuove idee in una pagina sono incisi segni di speranza verso un nuovo mondo che crea armonia alla vita Paolo Gubinelli, luglio 2021