Profonda meraviglia e conoscenza

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Profonda meraviglia e conoscenza
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Redazione

Un’eccellente introduzione all’intelligenza emotiva. Alice Chirico, accademica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ci invita con questa sua breve prolusione a considerare con attenzione ed accuratezza l’emozione della meraviglia, “profonda meraviglia” come motore affettivo foriero di crescita nella comprensione della realtà.

Perché un’emozione dovrebbe aiutarci a comprendere meglio il mondo che ci circonda, ad apprezzarlo, oppure dovrebbe motivarci a imparare, a studiare, a sondare, e ad esplorare più in profondità la realtà in cui siamo normalmente immersi? Non bastano uno studio costante e la ragione?

Studiare e applicare la logica razionale è necessario ma non sufficiente. Infatti, per comprendere l’umano, è opportuno rivolgersi alla disciplina scientifica che maggiormente se ne occupa più da vicino – la psicologia – lasciandole spiegare come specifiche emozioni siano in grado di foraggiare la nostra brama di conoscenza.

Non è sicuramente merito della scienza e degli scienziati aver identificato nelle emozioni il primum movens della conoscenza, bensì, come spesso accade, dovremmo rendere grazie a molti filosofi tra i quali, soprattutto, Aristotele. Secondo Aristotele, infatti, sarebbe proprio la meraviglia vissuta dinanzi ai fenomeni naturali a svelare all’uomo la propria limitatezza, il suo “non sapere”, aprendo così le porte ad una delle più belle esperienze umane – a detta di Albert Einstein – ovvero, il misterioso.

Curiosamente, il primo tassello aggiunto alla conoscenza da parte della meraviglia, è proprio rendersi conto di non avere abbastanza informazioni, nozioni, appigli per comprendere appieno ciò che sta accadendo, dunque, per cogliere la complessità del reale (Valdesolo, 20216). Qualora tale meraviglia si manifestasse come un insieme simultaneo di sentimenti positivi e negativi e ci sentissimo pervasi da essa a tal punto da avvertire la nostra piccolezza di fronte alle cose del mondo e restarne quasi annichiliti, allora, sarebbe il momento di accompagnare la descrizione di questa emozione con un aggettivo, il quale è in grado di definirla e dipingerne l’impatto dirompente: arriveremo a parlare di “profonda meraviglia” (Chirico & Gaggioli, 20211).

La profonda meraviglia appartiene a una classe di emozioni definite “epistemiche” (Keltner & Haidt, 20033) o “conoscitive” (Silvia, 20105) (traduzione mia di “knowledge emotions”), le quali detengono un legame privilegiato  con la conoscenza e la comprensione del mondo (Valdesolo, Shtulman, & Baron, 20177). Tali esperienze emotive così preziose sono anche rare. Bisogna dunque coltivare questa emozione e tutti quegli stati affettivi che la precedono, preparandole la strada. Fra questi, il professor Piercarlo Valdesolo ha annoverato la sorpresa, la curiosità e la meraviglia nella sua forma più tenue. A partire da ciò che ci sorprende, in quanto in grado di violare i nostri consolidati schemi cognitivi, saremo condotti ad analizzare meglio questo fenomeno/evento/stimolo e se non ci accontenteremo di scoprire che ne sappiamo poco ma, curiosamente, desidereremo approfondirlo e comprenderlo, allora la profonda meraviglia sarà dietro l’angolo. Mancherebbe però ancora un tassello. Quando viviamo questa emozione, ne usciamo un poco cambiati, almeno a livello cognitivo, non potremo più concettualizzare e vivere il mondo, noi stessi e gli altri allo stesso modo. Se questo si verificherà, potremo affermare di aver attuato e intrapreso un vero e proprio cambiamento concettuale. Questo incredibile potere della profonda meraviglia e delle emozioni epistemiche andrebbe coltivato anche nel modo in cui comunichiamo la scienza, nel rispetto delle differenze culturali e contestuali che caratterizzano l’audience (Silva Luna & Bering, 20204). Infine, la profonda meraviglia non solo muove il processo di scoperta nella scienza bensì sembra costituirne l’ossatura più solida e durevole (Cuzzolino, 20212). Questo perché, così come la conoscenza non si compone solo della scoperta ma segue il moto di un’altalena, il processo scientifico di studio dei fenomeni si articola in tanti momenti di dubbio, incertezza e domande, dai quali si può imparare e dai quali è possibile lasciarsi guidare solo se si dà spazio oltre che alla pura razionalità, anche a noi stessi, alle nostre emozioni, soprattutto alla profonda meraviglia che scaturisce spontaneamente dal nostro oggetto di studio.

Letture:

  1. Chirico, A., & Gaggioli, A. (2021). La profonda meraviglia: la psicologia dei momenti di eternità. Milano: San Paolo
  2. Cuzzolino, M. P. (2021). “The Awe is In the Process”: The nature and impact of professional scientists’ experiences of awe. Science Education
  3. Keltner, D., & Haidt, J. (2003). Approaching awe, a moral, spiritual, and aesthetic emotion. Cognition & Emotion, 17(2), 297-314
  4. Silva Luna, D., & Bering, J. M. (2020). The construction of awe in science communication. Public Understanding of Science, 0963662520963256
  5. Silvia, P. J. (2010). Confusion and interest: The role of knowledge emotions in aesthetic experience. Psychology of Aesthetics, Creativity, and the Arts, 4(2), 75
  6. Valdesolo, P. (2021). Stop making sense? Annals of the New York Academy of Sciences
  7. Valdesolo, P., Shtulman, A., & Baron, A. S. (2017). Science is awe-some: The emotional antecedents of science learning. Emotion Review, 9(3), 215-221

Autore

Alice Chirico

Novara, 1989. Alice Chirico, Ph.D., è Assegnista di ricerca in Psicologia Generale presso la Facoltà di lettere e Filosofia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove è anche condirettore dell'Experience Lab, ed è advanced researcher presso l'Istituto Auxologico Italiano di Milano, laboratorio di Tecnologia applicato alla Neuropsicologia (ATN-P Lab). È docente del corso di Psicotecnologie per il benessere dal 2019 presso la medesima università.

Nel 2016, è stata premiata come Honoree per la “Best Student Experience” ai Proto Wards di Los Angeles (USA) con un progetto dal titolo “Body-Swapping: creating the illusion of the embodiment using Virtual Reality”. Nel 2019 ha vinto il premio internazionale "Prize for Mental Health Applications and Ideas" rilasciato dalla European Alliance of Innovation.

La sua ricerca riguarda soprattutto lo studio delle esperienze complesse (e.g., the sublime, awe, flow experience, group creativity) elicitate dall’arte (soprattutto dalla musica) e tramite la Realtà Virtuale (RV). Ha pubblicato articoli su riviste internazionali indicizzate.

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Di Alice Chirico

Biografia

Alice Chirico

Novara, 1989. Alice Chirico, Ph.D., è Assegnista di ricerca in Psicologia Generale presso la Facoltà di lettere e Filosofia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove è anche condirettore dell'Experience Lab, ed è advanced researcher presso l'Istituto Auxologico Italiano di Milano, laboratorio di Tecnologia applicato alla Neuropsicologia (ATN-P Lab). È docente del corso di Psicotecnologie per il benessere dal 2019 presso la medesima università.

Nel 2016, è stata premiata come Honoree per la “Best Student Experience” ai Proto Wards di Los Angeles (USA) con un progetto dal titolo “Body-Swapping: creating the illusion of the embodiment using Virtual Reality”. Nel 2019 ha vinto il premio internazionale "Prize for Mental Health Applications and Ideas" rilasciato dalla European Alliance of Innovation.

La sua ricerca riguarda soprattutto lo studio delle esperienze complesse (e.g., the sublime, awe, flow experience, group creativity) elicitate dall’arte (soprattutto dalla musica) e tramite la Realtà Virtuale (RV). Ha pubblicato articoli su riviste internazionali indicizzate.

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